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Milton
H. Erickson viene generalmente considerato il maggior
specialista mondiale dell'ipnosi medica. I suoi scritti
sull'ipnosi costituiscono i testi più autorevoli sulle
tecniche dell'induzione della trance, sul lavoro
sperimentale che esplora le possibilità e i limiti
dell'esperienza ipnotica, e sulle indagini sulla natura
della relazione tra ipnotista e soggetto.
Forse meno noto è il fatto che Erickson ha una posizione
unica, rispetto alla psicoterapia, che rappresenta
un'importantissima innovazione nella tecnica terapeutica. Da
molti anni egli continua a sviluppare metodi di cura pratici
ed efficaci che includono o meno l'induzione formale della
trance. Quanti lo considerano soprattutto un ipnoterapista
resteranno forse sorpresi nell'apprendere che egli era
psichiatra e consulente familiare. Il lettore che vorrà
curiosare qua e là sulla biografia di Erickson si accorgerà
che il titolo di un articolo non sempre indica quale tipo di
straordinaria operazione terapeutica vi è descritto. Per
esempio, l'articolo intitolato "Ipnoterapia
di due problemi dentari psicosomatici" comprende un caso in
cui si insegna a una giovane donna a schizzare acqua a un
giovane attraverso una fessura interdentale! In
"L'identificazione di una realtà sicura", una madre viene
invitata letteralmente a sedersi per otto ore sul figlio
turbolento. Per Erickson, furono questi i nuclei essenziali
di due riuscite procedure terapeutiche.
Erickson è psichiatra e psicologo, poiché ha conseguito
contemporaneamente la laurea in medicina e quella in
psicologia, quindi è membro sia dell'American Psychiatric
Association, dell'American Psychological Association e
dell'American Psychopathological Association, ed è membro
onorario di numerose società d'ipnosi medica d'Europa,
dell'America Latina e dell'Asia. E’stato presidente e
fondatore dell'American Society for Clinical Hypnosis e il
fondatore e il direttore della rivista che essa pubblica. La
sua vita professionale, dopo il 1950, ha incluso sia
l'esercizio della professione a Phoenix, Arizona, sia
continui viaggi per tenere seminari e conferenze sull'ipnosi
negli Stati Uniti e all'estero.
Nato ad Aurum, Nevada, una cittadina che in seguito è
scomparsa, Erickson è uno dei pochissimi che si trasferirono
all'est con un carro coperto, quando 1a sua famiglia andò a
stabilirsi in una fattoria del Wisconsin. Ιl suo interesse
per 1'ipnosi nacque quando era ancora studente di psicologia
all'University of Wisconsin e assistette a una dimostrazione
d'ipnosi tenuta da Clark L. Hull. Molto colpito da quanto
aveva visto, Erickson invitò nella sua stanza ίl soggetto di
cui si era servito Hull e l'ipnotizzò a sua volta. Da quel
momento imparò a diventare ipnotista usando come soggetto
chiunque fosse disposto a prestarsi, compresi i compagni di
studi, gli amici e i familiari, quando tornò nella fattoria
del padre per le vacanze estive. Nell'autunno dell'anno
seguente, prese parte a un seminaro sull'ipnosi tenuto da
Hull,
• dedicato quasi esclusivamente all'esame degli esperimenti
d'ipnosi effettuati da Erickson durante l'estate e del suo
lavoro sperimentale in laboratorio. Αl terzo anno di studi
universitari, Erickson aveva ipnotizzato già parecchie
centinaia di persone, aveva compiuto un grandissimo numero
di esperimenti, e aveva tenuto dimostrazioni d'ipnosi
davanti al corpo insegnante della facoltà di medicina e di
quella di psicologia, e davanti al personale del Mendoza
State Hospital.
Dopo aver conseguito la laurea in medicina al Colorado
General Hospital e aver compiuto l'internato e un periodo di
specializzazione al Colorado Psγchopathic Hospital, Erickson
accettò il posto ' di psichiatra al Rhode Island State
Hospital. Pochi mesi dopo, nell'aprile 1930, entrò a far
parte del personale del Research Service al Worcester State
Hospital e fece rapidamente carriera, diventando capo
psichiatra del Research Service. Quattro anni dopo, si
trasferì a Eloise, Michigan, come direttore del Psychiatric
Research and Training al Wayne County General Hospital and
Infirmary. Divenne inoltre professore associato di
psichiatria della Facoltà di Medicina della Wayne State
University,
• professore titolare della Graduate School della stessa
università. Ιn breve tempo, divenne anche `visiting
professor' di psicologia clinica presso la Michigan State
University di East Lansing. Α Eloise effettuò la sua
sperimentazione più ampia con l'ipnosi, e dall'ipnosi ricavò
molte idee particolarmente utili per la preparazione dei
medici psichiatri residenti.
Nell'insegnare agli psichiatri e agli studenti di medicina,
Erickson pone in risalto soprattutto l'importanza di
imparare a osservare un pαziente; egli ritiene che un
addestramento come ipnotista valga ad accrescere tale
capacità. Le sue facoltà d'osservazione sono leggendarie.
Ricordando che a renderlo più osservatore furono certe
limitazioni fisiche, egli racconta: "Α diciassette anni fui
colpito dalla poliomelite e rimasi immobile nel letto senza
sentire più il mio corpo. Non sapevo neppure quale era la
posizione delle mie braccia e delle mie gambe. Perciò
passavo ore cercando di localizzare la mano, il piede ο le
dita, e così divenni conscio di ciò che erano i movimenti.
Più tardi, quando studiai medicina, imparai cosa sono i
muscoli. Sfruttai tale conoscenza per trovare un uso
adeguato dei muscoli che mi aveva lasciato la poliomiélite e
per zoppicare con il minor sforzo possibile: per riuscirvi,
impiegai dieci anni. Divenni inoltre estremamente conscio
dei movimenti fisici, e questo mi è stato utilissimo. La
gente usa dei piccoli movimenti espressivi, dei moventi di
adattamento che sono molto rivelatori se si riesce a
notarli. Noi comunichiamo moltissimo con i movimenti del
corpo, forse più che con le parole. L'aver scoperto di
essere capace di riconoscere un buon pianista non dai suoni
i che produce, ma dal modo in cui ,le dita toccano i tasti.
Ιl tocco sicuro, il tocco delicato, il tocco energico che è
così preciso. Suonare bene richiede movimenti fisici
squisiti".
Erickson
non è in grado di riconoscere un buon pianista dai suoni che
produce perché è stonato. Egli ritiene che anche questo sia
utilissimo nel suo lavoro. "Ιl modo in cui parla una persona
comunica moltissime cose", dice. "Ιl fatto di essere stonato
mi ha obbligato a prestare attenzione alle inflessioni della
voce. Ciò significa che sono meno distratto dal contenuto di
ciò che dice υnα persona. Molti modelli di comportamento si
rispecchiano nel modo in cui υnα persona dice qualcosa, più
che in ciò che dice".
Erickson è anche daltonico: e pure questo gli fu utile
quando fece esperimenti per produrre la cecità cromatica
mediante l'ipnosi: si evitava cosi ίl pregiudizio dello
sperimentatore. Secondo il sottoscritto, una delle scene più
straordinarie in fatto di ricerca è quella riferita in
"L'induzione ipnotica di visione allucinatoria di colori
seguita da immagini consecutive pseudo negative". Ai
soggetti posti in trance vennero mostrati fogli di carta
bianca ed essi ebbero allucinazioni di colori su fogli
stessi. Vennero pοi mostrati loro, immediatamente, altri
fogli bianchi, e i soggetti allucinarono l'immagine
consecutiva, cioè il colore complementare. Chi reggeva i
fogli bianchi era Erickson, il quale non era in grado di
vedere i colori né nella veglia né in trance. (L'unicο
colore che egli può vedere è ίl viola. Sebbene nοn sia
sempre υn colore molto adatto, egli riesce a circondarsene,
nοn appena può. Porta cravatte, camicie sportive e pigiami
color viola, e dello stesso colore sono le piastrelle del
bagno di casa sua).
Erickson ama dire che la terapia è un mezzo per aiutare i
pazienti a estendere i loro limiti, e ha dedicato a questo
tutta la vita, Nel 1919, quando fu colpito dalla
poliomielite, gli dissero che non sarebbe mai più stato in
grado di camminare. Dopo aver trascorso ore ed ore
concentrandosi per ottenere un guizzo di movimento nei
muscoli delle gambe, in meno di un anno camminava con le
grucce. Riuscì persino a trovarsi un posto che gli
permetteva di lavorare seduto, in una fabbrica di conserve,
per contribuire a pagarsi gli studi all'University of
Wisconsin. Dopo il primo anno di università, ίl medico gli
consigliò di dedicare le vacanze estive a compiere esercizi
fisici al sole, ma
senza usare le gambe. Convinto che un viaggio in canoa
costituiva l'esercizio fisico più appropriato, Erickson
partì in giugno in una canoa di cinque metri, indossando un
costume da bagno, una tuta e un fazzoletto annodato sulla
testa al posto del cappello. Νοn aveva nelle gambe la forza
sufficiente per tirar fuori la canoa dall'acqua, ed era in
grado di nuotare solo per pochi metri.
Le sue provviste per quel viaggio consistevano in un
sacchetto di fagioli, uno di riso, e pochi utensili per
cucinare. Per acquistare eventualmente altri viveri,
disponeva soltanto di dollari 2,32. Con tutto ciò, da giugno
a settembre viaggiò per i laghi di Madisón, giù per il fiume
Yahara, il fiume Rock, arrivò al Mississippi e lο discese
fino a poche miglia da St. Louis, pοi risali il fiume
Illinois, passò al fiume Rock attraverso il Canale Hennepin,
e poi arrivò a Madison. Lungo la strada mangiava il pesce
che riusciva a pescare, trovava p'ιante commestibili sulle
rive quando si accampava la notte, e raccoglieva altri
viveri nel Mississippi. Questi viveri consistevano nei
secchi di bucce che i cuochi dei battelli fluviali gettavano
in acqua: nel mezzo c'era sempre qualche patata ο qualche
mela buttata νίa per errore. Αlla fine dell'estate, Erickson
aveva percorso la bellezza di oltre 1900 chilometri, quasi
senza provviste e senza denaro, senza la forza sufficiente
per trasportare la canoa oltre le dighe che gli sbarravano
la strada, e in uno stato di tale debolezza fisica,
all'inizio, che riusciva appena a pagaiare per poche miglia
nel senso della corrente senza essere vinto dalla fatica.
Ιl viaggio, per Erickson, fu ancora più complicato di quanto
avrebbe potuto esserlo per chiunque altro. Era quel tipo di
giovane che non νuοl saperne di chiedere aiuto agli altri.
Cioè, non voleva chiederlo direttamente, ma arrangiava la
situazione in modo che gli altri lο aiutassero
`spontaneamente'. Parlando di quel suo viaggio in canoa,
egli ha detto: "Μi portavo a distanza di voce da una barca
da pesca. Poiché ero molto abbronzato e portavo in testa
quel fazzoletto annodato, i pescatori s'incuriosivano e mi
chiamavano per farmi qualche domanda. Allora spiegavo che
ero studente di medicina all'University of Wisconsin, e che
viaggiavo in canoa per motivi di salute. Quelli mi
chiedevano come andava la pesca. Ιο rispondevo che era
ancora presto. Invariabilmente, al termine della
conversazione, mi regalavano un pesce, sebbene io non ne
chiedessi mai. Di solito volevano regalarmi dei pesci gatto,
ma io li rifiutavo sempre. Ι pesci gatto si vendono a prezzo
abbastanza elevato, e loro pescavano per guadagnarsi da
vivere. Quando rifiutavo ί pesci gatto, mi regalavano υna
quantità doppia ο tripla di persici del Mississippi".
Sebbene non fosse in grado di trasportare la canoa oltre una
diga, Erickson chiedeva mai aiuto. Racconta: "Mi arrampicavo
su uno di quei pali che ci sono sempre vicino alle dighe.
Ben presto, la gente accorreva a guardarmi incuriosita,
mentre iο me ne stavo seduto lassù a leggere un libro
tedesco che mi ero portato dietro per prepararmi agli studi
di medicina. Prima ο pοi, qualcuno mi domandava cosa facevo
su quel palο. Alzavo gli occhi dal libro e dicevo che stavo
aspettando di far portare la mia canoa oltre la diga.
Trovavo sempre qualcuno che si offriva di aiutarmi".
Lavorando qua e là lungo ίl fiume e assicurandosi aiuti
spontanei, Erickson completò il suo viaggio in canoa, ed
estese i propri limiti raggiungendo una buona forma fisica.
Αl ritorno, la sua circonferenza toracica era aumentata di
quindici centimetri; era in grado di nuotare per un miglio,
e di remare contro una corrente di sei chilometri orari
dall'alba al tramonto. Ed era anche capace di trasportare la
propria canoa oltre una diga.
Molti anni dopo, nel 1952, Erickson fu protagonista di un
raro caso clinico, perché venne colpito da un altro ceppo di
poliomielite. Questo attacco colpi notevolmente il braccio e
il fianco destro. Entro un αnnο, compì una delle più
difficili escursioni tra le montagne dell'Arizona,
aiutandosi con due bastoni.
Erickson lasciò Eloise e si stabilì a Phoenix, soprattutto
per motivi di salute. Esercita la sua professione in un
ambiente eccezionale. Lo studio in cui riceve i pazienti è
in casa sua, un piccolo edificio di mattoni con tre stanze
da letto in una bella zona. La sala d'attesa è il suo
soggiorno, e i pazienti si trovano a contatto con la sua
vita familiare e i suoi otto figli. Riceve i pazienti in un
studio che è grande quanto basta per contenere la sua
scrivania, qualche sedia e le librerie. Alla parete è appeso
ritratto dei suoi genitori, che morirono ultranovantenni, e
tutto intorno vi sono ricordi di famiglia accumulatisi nel
corso degli anni, compreso un tasso impagliato. È’ uno
studio assurdamente modesto per uno psichiatra della
levatura di Erickson, ma egli sostiene che è adattissimo. Un
giovane discepolo che si accingeva ad esercitare la
professione a Phoenix era alla ricerca di uno studio, e una
volta protestò che quello di Erickson non era come avrebbe
potuto essere. Erickson rispose che quando aveva cominciato
a esercitare era anche meno lussuoso, poiché conteneva solo
un tavolo e due sedie. "Però", aggiunse, "c'ero iο ".
Oltre ad esercitare, Erickson svolge in casa sua molte delle
sue at vita professionali, compreso il compito di dirigere
The American Jourtι ο f Clinical Hypnosis, con la
collaborazione della moglie. Elizabe Erickson ha lavorato
con il marito in molte attività nel corso degli anni, e ha
scritto insieme lui molti saggi e articoli. Si conobbe
quando lei era studentessa di psicologia e assistente di
laboratorio al Wayne State University, e si sposarono nel
1936. Erickson, che e divorziato, portò con sé tre figli del
precedente matrimonio. Ι coniugi hanno avuto poi altri
cinque figli, e la loro vita familiare è stata di
conseguenza molto vivace. Una volta la signora Erickson
disse di ave calcolato che avrebbero avuto almeno un
adolescente in famiglia per trent'anni consecutivi. Gli
ultimi due figli sono attualmente adolescen e i figli
maggiori si sono sposati e portano a casa i nipotini.
Quando discute l'ipnosi e la terapia, Erickson cita esempi
della sua vita con i figli. Ι lettori che forse si domandano
cosa significa avere per padre un maestro dell'ipnosi
potranno trovare piacevole l'articolo "Ipnoterapia
pediatrica". Erickson espone un episodio riguardante suo
figlio Robert per illustrare il modo di trattare i bambini
sofferenti. Robert cadde dalle scale, si spaccò il labbro e
un dente superiore gli rientrò nella mascella. Sanguinava e
urlava per il dolore e lο spavento. Ι genitori accorsero e
si resero conto che era un caso d'emergenza. Erickson
scrive:
Νοn cercammo di rialzarlo. Invece, quando tirò il fiato per
urlare di nuoνο, gli dissi rapidamente, semplicemente, con
commiserazione ed enfasi: "Fa un male terribile, Robert. Fa
un male terribile.
Subito, senza dubbio, mio figlio capi che iο sapevo quel che
dicevo. Poteva essere d'accordo con me e sapeva che iο ero
completamente d'accordo non lui. Perciò mi ascoltò
rispettosamente perché avevo dimostrato di aver compreso
perfettamente la situazione.
Invece di rassicurare il bambino, Erockson procedette in
modo tipico:
Allora dissi a Robert: “ E continuerà a far male “. Con
questa semplice affermazione , io avevo chiarito la sua
paura , confermando il suo giudizio con intelligenza e di
essere d’accordo con lui, poiché in quel momento egli
prevedeva per se stesso un’intera vita di angoscia e
sofferenza.
La fase seguente per lui e per me consistette nel
dichiarare, mentre Robert tirava di nuονο il fiato: "Ε tu
vuoi veramente che smetta di farti male". Ancora una volta
eravamo perfettamente d'accοrdo,e lui si sentì rinsaldato e
incoraggiato in tale desiderio. Ed era il suo desiderio, che
derivava interamente da lui e costituiva la sua esigenza
urgente. Definita in tal modo la situazione, potei allora
avanzare una suggestione, con una certa sicurezza che
venisse accettata. La suggestione fu: "Forse smetterà di far
male tra un pò, tra υn minuto ο due. Era una
suggestione ίn piena armonia con le sue esigenze e i suoi
desideri e, poiché era qualificata da `forse', non
contraddiceva la sua visione della situazione. Perciò poteva
accettare l'idea e incominciare a reagire ad essa. Poi
Erickson passò a un'altra cosa importante. Εccο:
Robert sapeva che faceva male, che era ferito; vedeva il suo
sangue per terra, lο sentiva in bocca, se lο vedeva sulle
mani. Εppure, come tutti gli altri esseri umani, anch'egli
poteva desiderare nella sua sventura la distinzione
narcisistica, insieme al desiderio ancora più ardente della
consolazione narcisistica. Nessuno vuole un meschino mal di
testa: poiché bisogna sopportarlo, che sia almeno così
colossale che solo il sofferente possa sopportarlo.
L'orgoglio umano è così bizzarramente buono e consolatore!
Perciò l'attenzione di Robert venne diretta doppiamente su
due questioni vitali, che per lui avevano un’importanza
comprensibile, per mezzo di queste semplici affermazioni:
"C'è parecchio sangue per terra. È buon sangue, rosso e
forte? Guarda bene, Mamma. Ιο credo che lο sia, ma voglio
che tu ne sia sicura" .L'esame dimostrò che si trattava di
buon sangue forte: ma fu necessario verificare, esaminando
ancora sullo sfondo bianco del lavabo. in questo modo il
bambino, che aveva smesso di piangere per il dolore e lο
spavento, venne ripulito. Quando andò dal dottore per farsi
dare i punti, si pose una questione: se gliene avrebbero
dati quanti ne avevano dati una volta a sua sorella. La
sutura venne praticata senza anestesia su un bambino che
partecipava con interesse alla procedura.
Sebbene Erickson avesse una clientela locale, molti dei
pazienti venivano da lui da distanze considerevoli. Ve
ne erano molti che arrivavano in aereo da New York ο da
Città del Messico per farsi liberare dai loro affanni come
se si recassero da un chirurgo, e altri che facevano un pò i
pendolari dalla Costa Occidentale. Negli ultimi anni sia la
sua attività professionale, sia quella dell'insegnamento si
ridusse per motivi di salute. Quando egli partecipava a
qualche congresso lο faceva su di una sedia a rotelle, e la
mole di lavoro che svolgeva a casa diminuì.
Molti ammiratori di Erickson sono convinti che il suo metodo
nei confronti della terapia e dell'ipnosi non sia stato mai
presentato adeguatamente agli ambienti psichiatrici. Sebbene
egli sia molto noto e anche piuttosto discusso, i suoi
scritti fondamentali non sono facilmente accessibili. Ha
pubblicato oltre cento saggi su una grande varietà di
argomenti, nel corso degli anni, ma chi legge
occasionalmente un suo articolo ο ascolta una sua conferenza
non può apprezzare adeguatamente l'ampiezza dell'attività di
quest'uomo, né le innovazϊoni da lui apportate. Per
sopperire all'esigenza di rendere più facilmente accessibile
la sua opera, un giovane psichiatra, Bernard Ε. Gorton, nel
1957 si assunse il compito di procedere alla raccolta
completa dei suo scritti. Gorton ritenne che la natura
dell'opera di Erickson non risultasse sufficientemente
evidente nei suoi scritti, e decise di integrarli con le
registrazioni delle sue conferenze e di materiale
introduttivo per spiegare la sua attività sperimentale e
clinica. Nel 1958, Gorton tenne una riunione a Filadelfia
con Erickson, André Μ. Weizenhoffer e il sottoscritto per
discutere il modo migliore di presentare l'opera. Mi invitò
a scrivere una prefazione per la sezione clinica e chiese al
dottor Weizenhoffer di arricchire con la sua esperienza e la
sua scienza il lavoro sperimentale, aggiungendo un commento.
Nel corso della riunione vennero discussi con Erickson molti
degli aspetti più sottili delle sue tecniche. Per Gorton, il
problema consisteva nel presentare tali procedure a un
pubblico che poteva anche non apprezzarle ο nοn
comprenderle, dato il clima che regnava a quel tempo negli
ambienti accademici della psichiatria.
Nel 1959, Gorton morì improvvisamente, causando a tutti noi
un sincero dolore e lasciando incompiuto il suo lavoro.
André Weizenhoffer si incaricò di proseguirlo e si prefisse
di realizzare un'edizione completa degli scritti di
Erickson, con materiale introduttivo e commenti su ogni
sezione, e con l'aggiunta delle lezioni registrate.
Quest'impresa considerevole nοn venne mai completata,
sebbene Weizenhoffer νi abbia dedicato molto tempo e un
grande impegno.
Nel 1966 mi fu chiesto di completare, ordinare e curare
definitivamente la raccolta degli scritti di Erickson, e
decisi di adottare un criterio diverso. Ritenevo che il fine
immediato dovesse essere pubblicare in volume al più presto
possibile gli scritti più importanti. Dati i cambiamenti in
corso nella psichiatria, spiegare Eriεkson risulιtava meno
necessario di quanto fosse previsto nei progetti precedenti
e poiché da allora egli ha scritto diversi articoli sui suoi
procedimenti, era meno sentita l'esigenza di includere le
registrazioni delle lezioni e delle conferenze.
Ιl problema consisteva nello scegliere gli scritti,
effettuare qualche revisione e aggiungere un'appendice con
qualche commento. Poiché ho potuto avvalermi del giudizio
dei precedenti curatori, e spesso anche dei loro interventi,
questo volume può essere considerato frutti di un lungo
lavoro compiuto da diverse persone. Ιl lavoro di Gorton e di
Weizenhoffer su molta dei primi scritti ha semplificato la
mia fatica. Ho conservato qualche loro modifica e ne ho
scartate altre. Ιn generale, vi sono state solo revisioni di
scarsa importanza su tali scritti, e poche eliminazioni di
tabelle di dati: dove sono stati apportati dei tagli vi sono
i rimandi alla pubblicazione originale. Poiché questo
volume non poteva essere una raccolta completa, c’è stato il
problema della selezione. Molti degli articoli principali
sull'induzione della trance, sulla sperimentazione e sulla
tecnica clinica erano relativamente facili da scegliere.
Altri nοn potevano essere inclusi, e molti degli ammiratori
di Eriikson ne sentiranno forse la mancanza. La selezione
comprende ciò che ritenevo valesse la pena di presentare in
questo momento, ed Erickson l'ha approvata. È inclusa anche
una bibliografia completa delle sue opere, modo che il
lettore, se lο desidera, possa esplorare gli altri suoi
scritti. L'ordine dato ai saggi contenuti nel presente
volume è stato stabilito in modo molto semplice. Vi sono tre
sezioni: una sull'induzione della trance, una sulla
sperimentazione e una sulle tecniche terapeutiche.
All'interno di ogni sezione, i saggi sono disposti in ordine
cronologico, secondo l'anno della pubblicazione. Grazie α
tale disposizione, il lettore può esaminare gli scritti
selettivamente, oppure leggere υn'intera sezione e osservare
l'evoluzione delle idee di Erickson in quel campo nel corso
degli anni.
Da JAY HALEY.,Le nuove vie dell’ipnosi,
introduzione,Roma 1978,Astrolabio
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